Agopuntura e fitoterapia cinese

Storia dell’agopuntura cinese

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immagine da wikimedia.org

 

La dottrina del Tao impronta la cultura cinese e ne costituisce il substrato. E’ una visione del mondo e dell’uomo caratterizzata dalla propensione verso la ricerca di un equilibrio dinamico. Il Tao Te Ching (o Daodejing), Libro della Via e della Virtù, è un breve testo di interpretazione molto difficile; è datato al IV secolo a.C., ma l’origine della visione taoista è molto più antica.

L’I Ching (o Yijing), Libro dei Mutamenti, è centrato sull’idea dell’equilibrio tra gli opposti, sull’interpretazione del fluire degli eventi come un processo, e sull’accettazione dell’inevitabilità del cambiamento. Anche se la copia più antica pervenutaci è datata al periodo dei Regni Combattenti (453-222 a.C.), questa tradizione risale a prima del X secolo a.C.

Da un altro testo classico, il Libro della storia (“Shujing”), prende ispirazione la Scuola dello Yin-Yang e dei 5 Elementi. Una buona parte di questo documento è databile al VI secolo a.C., mentre altre parti sono state redatte in epoche posteriori. Un capitolo del Libro della storia intitolato “La Grande Regola”, interpreta la cosmologia secondo il criterio Yin-Yang e dei 5 elementi e applica tale criterio ad ogni campo del sapere.

La redazione dello Huangdi Neijing (“Canone di Medicina Interna dell’Imperatore Giallo”) è distribuita dagli storici cinesi nel periodo che va dai Regni Combattenti (453-222 a.C.) alla dinastia degli Han posteriori (25-222 d.C.).

Il Canone di Medicina Interna dell’Imperatore Giallo è diviso in due parti, lo Huangdi Neijing Suwen (“Domande semplici”), abbreviato come Suwen, e lo Huangdi Neijing Lingshu (“Perno spirituale”) abbreviato come Lingshu. La trattazione è dialogica e discorsiva, caratterizzata dal confronto tra il leggendario Huangdi, l’Imperatore Giallo, e i suoi sapienti, ed è impregnata dal pensiero della scuola dello Yin-Yang e dei 5 Elementi.
Quest’opera riassume, oltre al pensiero filosofico e alle concezioni cosmologiche, tutto ciò che si sapeva sull’anatomia, la fisiologia, la patologia e la terapia con aghi e moxa; vi sono descritti i meridiani e i loro punti e sono esposte le regole secondo le quali vi circola l’energia.

Il Nanjing, “Classico delle Difficoltà” è sicuramente posteriore al Neijing.
Esso si propone di spiegare le difficoltà del Neijing e infatti vi si riprendono con organicità gli argomenti difficili ivi trattati.
Vi sono descritti: le basi della diagnosi mediante la palpazione del polso; i Meridiani straordinari o curiosi; i punti shu dorsali e mu ventrali, e i punti yuan sorgente. Si menziona per la prima volta il deqi, cioè la sensazione dell’arrivo dell’energia (letteralmente: ottenimento del qi), che si ha posizionando correttamente l’ago e manipolandolo in vari modi: pizzicandolo, scuotendolo o facendolo tremolare.

Durante la dinastia Han (206 a.C – 220 d.C.), la scoperta della carta favorì la diffusione della cultura. La dottrina dello Yin-Yang e dei 5 Elementi si sviluppò e si diffuse. Agopuntura e farmacopea registrarono un’ascesa considerevole.
Un chirurgo stabilì la falange, il cun, come unità di misura; un altro medico, Zhang Zhongjing (150-219 d.C.), scrisse un “Trattato sulle malattie causate dal freddo”.
Nelle “Ricette racchiuse nel cofanetto d’oro”, vengono distinte malattie acute e croniche, con indicazioni terapeutiche di agopuntura basate sulle cause di malattia.

E’ del periodo dei Jin orientali o posteriori (317-420 d.C.) la diffusione del primo trattato sulla palpazione dei polsi, “Mo Jing” di Wang Shu He (210-285 d.C.). Da allora la palpazione dei polsi fa parte dei criteri diagnostici fondamentali dell’agopuntura.

Durante la dinastia Sui (589–618 d.C.) vennero impresse le prime tavole dei punti distribuiti lungo il decorso dei meridiani. Vennero inoltre descritte in trattati più di 1000 malattie.

Sotto la dinastia dei Tang (618-907) si iniziò a stampare tramite blocchi mobili incisi. Ciò incrementò la diffusione dei testi classici che furono nuovamente commentati. Le tavole dei punti di agopuntura vennero stampate in cinque colori.
Nel 762 il primo medico di corte Wang Bing scrisse un “Commentario critico del Suwen” (a quest’opera fanno riferimento recenti studiosi occidentali, ad es. Albert Chamfrault [1909-1969] che la tradusse).
Un altro agopuntore redasse un nuovo testo sulla palpazione dei polsi e Sun Simiao, nelle sue “Ricette da 1000 pezzi d’oro” diede prescrizioni dietetiche, indicazioni medicamentose varie e indicazioni per la scelta e l’uso dei punti ah-shi (punti dolenti).

Tra il 960 e il 1279 regnò la dinastia dei Song. Il favore che l’agopuntura godeva presso gli imperatori di quest’epoca promosse ricerche di testi antichi che vennero ripubblicati. Venne aperta a Corte una scuola di agopuntura e venne fuso un manichino in bronzo a grandezza naturale sul quale i punti erano rappresentati da piccoli fori con profondità diversa, secondo l’indicazione della puntura.
Wang Wei Yi scrisse il “Classico dell’uomo di bronzo”, con la descrizione di 657 punti.
Tong-ren (questo è il nome cinese della statua di bronzo) divenne giudice imparziale della preparazione di studenti e medici. Infatti, otturati i forellini con cera e fasciata l’intera sagoma, gli esami si svolgevano su di essa.
Intorno al 1100 era in auge in Cina la vivisezione sull’uomo. A farne le spese erano i condannati a morte che, per amore della scienza, erano consegnati ai medici perché su di essi, da vivi, venissero verificati gli effetti della puntura di vari punti, le variazioni dei polsi, le reazioni all’asportazione di organi ecc. Il vivisettore era attorniato da allievi e disegnatori che annotavano e disegnavano. Esiste ancora una raccolta intitolata “Disegni per conservare la verità”.

Nel 1313 in Persia, soggetta ai Mongoli come lo era in quel periodo la Cina, si compilò un’enciclopedia con la traduzione di opere di medicina cinese riguardanti la pulsologia, la patologia in generale e la farmacologia.

Nel 1368 inizia la dinastia dei Ming. In quest’epoca si pensò a raccogliere il sapere antico e si redassero imponenti opere mediche. La farmacologia fu compendiata nel “Trattato delle piante”, che richiese 26 anni di lavoro al celebre erborista Li Shizhen (1518 – 1593).

Nel 1601 Yang Jin-xian compilò le “Grandi regole dell’agopuntura” (Zhenjiudacheng) che raccoglie nozioni del Neijing e del Nanjing e che rappresenta la base dell’opera di George Soulié de Morant (diplomatico e studioso francese, 1878-1955).
Sono ancora di questo periodo il “Grande trattato di agopuntura e moxa” e “Introduzione alla medicina”. Furono nuovamente commentati e illustrati i grandi classici e si fecero studi su malattie epidemiche, infettive, infantili, sul parto e sui polsi.

Nel 1582 un gesuita italiano, Matteo Ricci, iniziò con altri confratelli l’opera missionaria in Cina. Vi rimase per 30 anni (fino alla sua morte), imparò la lingua ed entrò nello spirito cinese. L’imperatore lo favorì, avendone in cambio informazioni geografiche, la spiegazione del funzionamento dell’orologio e di altre invenzioni europee. Con Matteo Ricci l’Occidente iniziò a scoprire la cultura cinese.

Nel 1671 a Grenoble un gesuita francese di nome Harviell pubblicò il libro “I segreti della medicina cinese, consistente nella perfetta conoscenza dei polsi” e nel 1683 a Londra fu pubblicato un testo sulle applicazioni pratiche dell’agopuntura, scritto dal medico olandese Wilhelm Ten Rhine, dal titolo “Dissertatio de Arthritide: Mantissa Schematica: de Acupunture”.
Nel ‘700 in Occidente l’agopuntura fu citata solo sporadicamente. Nel XIX secolo apparvero 18 tra libri e articoli sull’argomento.

Nel 1912 in Cina si instaurò la Repubblica. Si registrò una certa stasi degli studi di agopuntura, poiché i dirigenti della Repubblica cinese sembrarono preferire i metodi di cura occidentali. Ma la medicina tradizionale rimase sempre viva e con l’avvento nel 1949 della Repubblica Popolare le ricerche sugli antichi canoni furono riprese.
Negli anni ’60 in Cina si cominciò a sperimentare l’elettroagopuntura come metodo per indurre analgesia.

George Soulié de Morant (1878-1955) pubblicò in Francia nel 1934 il “Précis de la vraie acuponcture chinoise” (Compendio della vera agopuntura cinese). Egli non era medico, ma diplomatico in Cina e appassionato sinologo. Tornato in Francia vi introdusse le sue traduzioni di opere mediche cinesi e fece scuola. L’agopuntura si affermò in Francia per merito di medici quali Jean Niboyet (1913-1968), Albert Chamfrault (1909-1969), Nguyen Van Nghi (1909-1999).
In Italia i primi agopuntori furono Andrea Vinaj, Quaglia-Senta, Luciano Roccia.

Negli anni settanta del secolo scorso l’agopuntura giunse a conoscenza del grande pubblico americano, in seguito alla visita di Richard Nixon in Cina ed all’articolo che James Reston (giornalista al seguito di Nixon) scrisse sulla sua esperienza. Il giornalista fu infatti sottoposto in Cina ad un intervento chirurgico di appendicectomia, e i dolori postoperatori cui andò incontro gli furono trattati con successo mediante agopuntura.

In Italia le Scuole di Agopuntura più importanti si sono riunite nella Federazione Italiana Scuole di Agopuntura (F.I.S.A.). Diverse Facoltà di Medicina e Chirurgia hanno organizzato corsi annuali di perfezionamento in agopuntura.

Uno dei più recenti sviluppi è l’associazione agopuntura-omotossicologia, che consiste nella somministrazione sottocute nei punti di agopuntura di preparati omeopatici.

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Questo è un documentario interessante sulla storia dell’agopuntura, dell’utente di youtube Zheng Jin. Il canale audio sinistro è in inglese, il destro in cinese; spostando il comando balance dell’audio tutto verso sinistra, si può ascoltare l’inglese.