La seduta di agopuntura
Una seduta tipica dura da un’ora a un’ora e mezza, e consta di: colloquio, esame obiettivo (lingua e polso) e applicazione di aghi e/o moxa, lampada a infrarosso, coppette.
Colloquio
Il colloquio assume la massima importanza durante la prima seduta. Il soggetto espone il motivo della richiesta di aiuto al medico, e il medico si fa un’idea del soggetto, inquadrando i suoi sintomi in un contesto: il medico cerca un inquadramento all’interno di certi tipi energetici, cerca di comprendere il tipo di vita che il soggetto conduce quanto ad abitudini e gusti, e cerca di valutare nel suo passato o nella storia della sua famiglia eventuali tendenze o caratteristiche.
L’insieme dei dati che il medico raccoglie attraverso il colloquio serve a un primo orientamento tra i disturbi a cui il soggetto presumibilmente va incontro con più facilità.
Esame della lingua e palpazione del polso
Le caratteristiche della lingua (dimensione, forma, presenza di patina ecc.) danno ulteriori indizi sullo stato energetico del soggetto e su eventuali squilibri.
La palpazione del polso (di entrambi i polsi) è una delle tecniche più raffinate della medicina tradizionale cinese. Richiede un certo tempo e una sottile valutazione. E’ uno degli strumenti più importanti a disposizione del medico.
La lingua dà indicazioni su un arco di tempo più ampio rispetto al polso; il polso può modificarsi anche in pochi minuti, e infatti si usa prenderlo una seconda volta alla fine della seduta, anche per valutare l’efficacia della terapia appena eseguita.
Applicazione di aghi e moxa
Seguendo la tradizione, gli aghi vengono ruotati durante l’inserimento e manipolati ogni tanto nel corso dei venti minuti/mezz’ora di durata della terapia. Questo veniva fatto (e ancor oggi viene fatto da molti agopuntori) per sollecitare il flusso energetico, “tonificare” o “disperdere” il punto a seconda delle indicazioni. L’uso di un elettrostimolatore collegato agli aghi permette di ottenere un effetto analogo alla manipolazione degli aghi evitando i disagi della manipolazione stessa.
La moxa (o kao) è un bastoncino di artemisia sminuzzata e poi compressa, che, una volta acceso a una estremità, brucia lentamente emanando molto calore. L’estremità incandescente viene avvicinata con cautela alla pelle in corrispondenza di specifici punti che sono così riscaldati intensamente. L’applicazione della moxa può durare all’incirca una mezzora, ma varia secondo il numero di punti da stimolare.